È un quadro con luci e ombre quello che emerge dal Rapporto Nazionale dell’Invalsi sulle rilevazioni effettuate nel 2025, presentato mercoledì 9 giugno nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati. Le prove hanno coinvolto due milioni e mezzo di alunne e alunni nelle classi interessate all’indagine (II e V della primaria, III della secondaria di primo grado, ultimo anno della secondaria di secondo grado, alle quali si aggiungono, per la prima volta, le classi II interessate alla rilevazione delle competenze digitali).
Tra le luci, sicuramente il calo della dispersione scolastica ELET (18-24enni senza un diploma e non più in formazione). Se nel 2021 la percentuale di dispersione era al 12,7%, è raggiunto con un anno di anticipo l’obiettivo del 10,2% fissato dal PNRR per il 2026. Ciò rafforza, afferma l’Invalsi nel comunicato stampa di presentazione del Rapporto, “la prospettiva di raggiungere entro il 2030 anche il target europeo del 9% di abbandono scolastico precoce, obiettivo che ora appare pienamente alla portata del Paese”.
Meno dispersione significa, tuttavia, che la popolazione scolastica comprende una quota significativa di studenti con maggiore fragilità negli apprendimenti; è sicuramente uno dei fattori che incidono sugli eviti delle rilevazioni per quanto riguarda i livelli di competenza, in alcuni casi in flessione. Per l’Invalsi ciò non attesta un peggioramento qualitativo del sistema, ma è frutto della maggiore complessità che il sistema di istruzione è chiamato ad affrontare, legata “a un accesso più ampio e inclusivo all’istruzione, soprattutto nella fase di prima alfabetizzazione”.
Nella sua relazione, il presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, ha sottolineato i buoni esiti delle rilevazioni per quanto riguarda le competenze in lingua inglese nella secondaria di I grado, in crescita per quanto riguarda sia la lettura, sia l’ascolto, mentre la situazione è diversa nelle classi V della primaria.
Continuano a permanere significative differenze tra le diverse aree territoriali, anche se gli esiti dell’indagine segnalano, in generale, un effetto positivo degli interventi mirati con azioni di accompagnamento e supporto alle scuole. Interventi che, sottolinea Invalsi, dovrebbero essere quanto più possibile precoci, essendo fondamentale che gli stessi siano attivati già a partire dalla scuola dell’infanzia.
Buono il riscontro sulle competenze digitali, oggetto di una ricerca campionaria che ha coinvolto 498 scuole della secondaria di II grado (sulle 500 selezionate). Gli esiti attestano livelli di competenza adeguati in altissima percentuale, evidenziando anche una maggiore omogeneità fra le aree territoriali rispetto a quanto avviene per italiano e matematica.
Tutta la documentazione illustrata nel corso della presentazione, che ha visto anche l’intervento del Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, è disponibile sul sito dell’Invalsi.
È possibile anche rivedere la registrazione video della presentazione.